Monday 18 July 2011

Bon Jovi, energia e capricci

A Udine Il leader voleva anticipare il concerto. «No» degli organizzatori
In quarantamila per la band tornata al successo


UDINE - Bon Jovi ha fatto i capricci. Insoliti. Voleva iniziare con un' ora di anticipo sull' orario stampato sui biglietti (21.15). Pretendeva infatti di cantare per tre ore, ma anche di decollare col suo aereo privato entro mezzanotte, ultimo slot disponibile all' aeroporto di Ronchi. Gli organizzatori Claudio Trotta di Barley Arts e Loris Tramontin di Azalea erano decisamente contrari: troppi biglietti ancora da ritirare (un migliaio) di spettatori bloccati dal traffico. Alla fine il compromesso: alle 21 precise, con solo un quarto d' ora d' anticipo, le note di «Raise your hands» hanno mandato in fibrillazione gli oltre quarantamila spettatori provenienti da Italia, Slovenia, Austria e Svizzera. Alle 21.37 ha incominciato a piovere a intermittenza. Ma in fan hanno resistito imperterriti. Palco immenso, con megascenografia virtuale ad alta definizione e passerella gigante in mezzo alla folla per questo quasi rock, come lo chiamavamo nel 2003, in occasione della loro esibizione all' Heineken Jammin Festival di Imola. E oggi più che mai quel che Bon Jovi propone con grande successo di pubblico (e qualche sberleffo dei critici) è in realtà un pop travestito di rock che fa sentire tutti intenditori. Stiamo parlando di una formazione storica in pieno rilancio, seconda solo agli U2 nelle classifiche di incasso ai concerti. L' ultimo colpo di coda è stato a Londra dove hanno tenuto banco per dodici sere allo O2 di fronte a 200.000 spettatori complessivi. Non sono mancate neanche ieri allo Stadio Friuli, canzoni leggerine e orecchiabili, ricche d' enfasi che i fan cantano in coro: come le iniziali «Raise your hands», o «You Give Love a Bad Name», scritta, come tante altre da Bon Jovi, Desmond Child e Richie Sambora. Già, Sambora. Altra anima del gruppo, alcolista impenitente, ma anche molto impegnato nel sociale. Il suo rientro a sorpresa in questo tour, dopo un ricovero in clinica legato a una depressione e all' alcool, ha mandato in visibilio i fan. Ieri sera il chitarrista storico dei Bon Jovi è sembrato davvero in ottima forma. Fra i momenti più curiosi della serata un gioco di bandierine colorate organizzato dal fan club. Il concerto di ieri ha confermato che dietro questo perdurante successo ci sono il carisma e la prestanza di Bon Jovi. A 49 anni, Bon Jovi è «tremendamente figo» (come osservava una fan in un blog), ha un fisico così ben proporzionato che sembra uscito da un cartone animato. Tiene (tamarrescamente) la camicia di pelle nera aperta sul petto, si muove con la precisione di uno studente di mimo specializzato in pose rock. Senza contare chioma e dentatura perfetta. I suoi fan si muovono in sincronia con lui, battendo le mani a ondate come in certi antichi video dei Queen. La sensazione è che sappia fermare il tempo sia nell' aspetto che nella scrittura. Ieri sera infatti non c' era una grande differenza fra «Bad Medicine» del 1988 e «Love' s The Only Rule» dell' anno scorso. Insomma trionfa pescando fra gli effetti musicali più accattivanti (ruffiani) degli ultimi 30 anni. Nei bis ha cantato «Wanted dead or alive» avvolto nel tricolore e ha chiuso il concerto dopo due ore e cinquanta minuti.


Anni Ottanta

La storia Chi sono I Bon Jovi, nati nell' 83 nel New Jersey, sono Jon Bon Jovi (voce), Richie Sambora (chitarra), Tico Torres (batteria) e David Bryan (tastiere). Hanno venduto circa 150 milioni di cd I successi «Livin' on a Prayer», «Have a Nice Day», «Wanted Dead or Alive», «Bad Medicine», «You Give Love a Bad Name», «It' s My Life» Lo stile Sono stati fra le star del pop metal anni 80, per poi virare verso un poprock più tradizionale

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